Giurisprudenza
Demansionamento
#29817 — 2008-12-19
Per la vigenza del principio di turnazione degli incarichi dirigenziali, previsto nell’ambito del lavoro pubblico privatizzato, non è applicabile ai dirigenti statali e, nella specie, ai dirigenti sanitari, l'articolo 2103 del codice civile che vieta l’assegnazione a mansioni inferiori o non equivalenti a quelle per cui è stato impiegato il dipendente.
Tale assunto è stato ribadito dalla Sezione Lavoro della Cassazione con la sentenza numero 29817 del 19 dicembre 2008.
La Suprema Corte ha inteso ribadire che il principio di turnazione ha come finalità quella di evitare la cristallizzazione degli incarichi e di arricchire le doti culturali e professionali dei dirigenti mediante lo scambio di esperienze e attività. Ciò ovviamente nel preminente interesse generale del raggiungimento degli obiettivi fissati nell’organizzazione dei pubblici uffici dall'articolo 97 della Costituzione.
Il caso preso in esame dai Giudici di Piazza Cavour riguarda quello di un medico con la qualifica di “medico di 1° livello dirigenziale fascia A –anestesista e rianimazione” che era ricorso al Tribunale del lavoro per ottenere il risarcimento da danno psico-fisico per essere stata, a suo dire, de-mansionata come professionista all’interno dell’azienda sanitaria locale di appartenenza.
Mentre in primo grado il ricorso è stato rigettato, in appello i giudici hanno dichiarato l’illegittimità dell’assegnazione a mansioni inferiori, riconoscendo il diritto della lavoratrice al risarcimento del danno psico-fisico. Il ricorso in Cassazione viene proposto dall’azienda sanitaria sollevando, tra i vari motivi, quello di “falsa applicazione dell’articolo 2.103 del codice civile”.
I supremi giudici hanno accolto tale motivo sul presupposto della non applicabilità del citato articolo nell’ambito del lavoro pubblico privatizzato e per finalità costituzionali afferenti l’organizzazione dei pubblici uffici e la formazione professionale dei dirigenti.
Avv. Michela Luison